Experia: Milano – Venezia. Viaggio nel golfo padano
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Experia: Milano – Venezia. Viaggio nel golfo padano
13/08/2015 - Un viaggio in un immaginario golfo padano, quando Milano era una città del Mediterraneo e il sistema dei Navigli, attraverso il Po, la collegava con Venezia e l’Adriatico. Lo racconta la decima puntata di Experia, viaggio in Italia nell’anno dell’Expo, il programma realizzato da Rai Expo, in onda venerdì 14 agosto, dal titolo Milano – Venezia. Viaggio nel Golfo Padano.
Tutte le principali città del nord Italia, fino ai primi anni del ‘900 avevano un porto. Merci e persone si spostavano in barca lungo una rete di fiumi e canali. Come fa, in questo viaggio inedito, Guido Morandini, che naviga attraverso la pianura del Po sul Barcè di Experia in compagnia del barcaiolo Angelo Bosio. A bordo, anche un materiale prezioso: i cogoli, i sassi bianchi del Ticino che i maestri vetrai dell’isola di Murano, un tempo, usavano per fare il vetro cristallo.
La prima sosta è a Corte Sant’Andrea, l’antica Curti Accaudamo. La chiamavano antica corte. È la trentanovesima tappa della via Francigena, racconta Giovanni Favari, presidente della Compagnia di Sigerico, che accoglie i pellegrini nel tratto lodigiano. Ospitiamo i pellegrini, li accudiamo, gli diamo i documenti, li scegliamo per andare da Roma a Gerusalemme.
Ma il percorso verso Venezia porta a scoprire anche vecchie e nuove strutture di navigazione, come quella di Monticelli d’Ongina, nell’Isola Serafini. È il cantiere della nuova Conca di Navigazione, all’interno del sistema idroviario padano-veneto, spiega l’ingegnere Ivano Galvani, dirigente dell’Aipo, l’agenzia interurbana per la navigazione interna. Adesso abbiamo strade, autostrade e ferrovie, ma una volta tutte queste città erano collegate solo dalle vie d’acqua. Occorre ridare un ruolo alla navigazione interna, più ecosostenibile.
A Cremona, altra tappa irrinunciabile del golfo padano, Guido Morandini incontra un esule veneziano che pratica e sostiene la voga alla veneta, quella in piedi, tipica della laguna. Dice Armando Catullo, Presidente della FICSF, la Federazione Italiana Canottaggio Sedile Fisso di Cremona: La prima voga è in piedi, i veneziani han sempre remato in piedi perché è più pratico per andare in mezzo a canali e canaletti.
Ma il Po nasconde anche tesori culinari. A Polesine Parmense, lo chef Massimo Spigaroli fa da guida in antiche cantine speciali: Questi sono i tesori del Po. Prima li chiamavano per nome: Culatello; ora con il cognome: Culatello di Zibello che è una D.O.P. Sono prodotti nello stesso modo da settecento anni.
Il viaggio prosegue verso il Delta, dove l’orizzonte si allarga e l’acqua si alza rispetto alla pianura. Qui, il sistema di diramazioni fluviali risale al ‘600 e mette al riparo queste terre dalle inondazioni rendendo possibile il collegamento tra il Po e la laguna veneta. Il Barcè, con i sassi bianchi del Ticino, arriva a destinazione: a Murano, l’isola a nord di Venezia con le più famose vetrerie artistiche del mondo. I cogoli vengono consegnati a eccellenti maestri vetrai che li trasformano in un oggetto unico, di antica bellezza, destinato a riprendere il viaggio. A tornare indietro, su un’altra rotta del Golfo Padano.(comunicato Rai)
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