I silenzi di Vermeer (documentario)
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I silenzi di Vermeer (documentario)
Di Jan Vermeer non abbiamo molte notizie, sappiamo dove è nato, Delft, la città dove è sempre vissuto, sappiamo del suo matrimonio con Caterina Bolnes, figlia di una ricca vedova cattolica da cui ha avuto 15 figli, undici dei quali sopravvissuti, sappiamo della sua conversione al cattolicesimo e conosciamo la data della sua morte. Ma della sua vicenda artistica non sappiamo nulla. Dove ha imparato a dipingere, chi è stato il suo maestro, chi sono stati i suoi committenti.
In I silenzi di Vermeer, la nuova serie di Rai Cultura con Tomaso Montanari e la regia di Luca Criscenti, in onda venerdì 28 dicembre su Rai5, Montanari racconta il processo creativo di Vermeer guardando le sue opere, quasi tutti quadri d’interni, ma dove il rapporto tra dentro e fuori è fortissimo, come nel caso della Donna che legge una lettera alla finestra, una tela che si conserva a Dresda. Ci sono solo due eccezioni, due quadri in cui Vermeer dipinge scorci della sua città: la Veduta di Delft e la Stradina di Delft. Del primo, che aveva stregato Marcel Proust alla mostra parigina del 1921, sappiamo esattamente dove è stato dipinto, sul secondo sono state fatte delle ipotesi. Di un terzo quadro di esterni si sono perse le tracce.
Per il resto luoghi chiusi, asfittici forse. Ma luoghi in cui il rapporto con l’esterno è fortissimo e dove la presenza di una finestra lascia immaginare una relazione tra le figure dipinte nel chiuso delle stanze e il mondo che sta fuori. La finestra ha un’importanza strategica in quasi tutte le opere di Vermeer, riveste un ruolo da protagonista: è il caso della Donna con brocca del Metropolitan di New York, della Donna con la collana di perle di Berlino, della Lezione di musica delle collezioni reali inglesi e di molte altre tele. Quadri dove, nella stragrande maggioranza dei casi, le protagoniste sono donne, solo raramente affiancate da uomini.Un universo femminile che non ha eguali nella storia della pittura. Ma anche in questo ci sono delle eccezioni. Due in particolare: l’Astronomo del Museo del Louvre e il Geografo di Francoforte. Due tipi, due studiosi, due scienziati circondati da carte, due uomini che dall’interno delle loro stanze sono protesi verso l’esterno, verso quel vasto mondo che la piccola Olanda, con i suoi commerci, aveva imparato a conoscere e a dominare.
(dalla redazione Rai)
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