Lo stato dell'arte: esiste ancora il kitsch?
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Lo stato dell'arte: esiste ancora il kitsch?
04/04/2016 - Sinonimo di cattivo gusto, il kitsch è stato oggetto nell’ultimo secolo di molte riflessioni da parte di diversi intellettuali. Categoria estetica, questione etica, problema socio-politico: che cos’è il kitsch? Ed esiste ancora?
A Lo stato dell’arte, il programma di Rai Cultura in onda martedì 5 aprile su Rai5, Maurizio Ferraris ne parla con Andrea Mecacci, docente di Estetica presso L’Università degli Studi di Firenze e il filosofo, storico e teorico dell’arte e del design, Andrea Colonetti.
Secondo Andrea Mecacci il kitsch esiste, ma come ogni categoria estetica, è sempre coinvolto nei processi storici. L’idea di un kitsch sempre uguale a se stesso nasce dall’aver analizzato questo fenomeno soprattutto attraverso gli oggetti. E’ necessario invece analizzare il kitsch togliendo questa categoria dal recinto dell’estetica e inserendola in un paesaggio culturale più ampio. Il kitsch oggi si muta quindi in problema etico e socio-politico. È una categoria che permane nella società odierna: non si identifica col cattivo gusto, ma piuttosto con la stupidità e con la noncuranza.
Per Andrea Colonetti, invece, non esiste in kitsch nel senso che non esiste il cattivo gusto. Il kitsch dipende dall'epoca storica, quindi cambia, non è un valore assoluto. È legato al contesto da un lato, e dall'altro è da ricondurre all'intenzionalità dell'interprete. Dipende quindi insieme dal soggetto, dalla relazione tra l’oggetto e l'idea. Il determinismo storico non è sufficiente per leggere i fenomeni estetici; è necessario essere un po' eclettici per comprendere le oscillazioni del gusto.(comunicato Rai)
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