Speciale Overland - Le strade dell'Islam: Uzbekistan, Afghanistan
Adesso in tv: Documentario
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Speciale Overland - Le strade dell'Islam: Uzbekistan, Afghanistan
26/07/2017 - Mercoledì 26 luglio su Rai1, nuovo appuntamento con Speciale Overland per la prosecuzione del viaggio sulle strade dell'Islam.
In questa puntata, accompagnati dal Kaliburan, la tempesta di sabbia nel deserto, la comitiva di Overland arriva a Bukara, la capitale dell’omonimo Kanato che tanta storia ebbe nel Grande Gioco tra l’impero dello Zar di Russia e l’Inghilterra con la Compagnia delle Indie. Davanti all'Ark, la cittadella fortificata, il colonnello Charles Stoddard e il capitano Arthur Conolly, ritenuti spie inglesi, furono decapitati dopo essersi scavati la fossa con le proprie mani.
Eccola oggi, Bukhara, con il suo altissimo Minareto che ha superato anche la furia di Gengis Khan, stupefatto da tanta bellezza. Al canto del Muezzin, si visita la città, tra moschee, complesso del Registan, scuola Coranica. Ma è Samarcanda, la più nota città del centro Asia sulla Via della Seta: prima distrutta da Gengis Khan, ritrovò l'antico splendore con Tamerlano, che la trasformò in capitale del regno ed espressione dell'arte timuride. Iniziamo la sua visita proprio dal mausoleo del suo benefattore. Il viaggio entra nel vivo.
Durante la notte dell'ingresso di Overland in Afghanistan, proprio a Mazar-i Sharif, prima tappa del percorso, muoiono in un attentato oltre 250 militari. Posti di blocco, controlli lungo la strada, la paura di un aggressione, la foratura nel pericoloso territorio dei Pashtun. Si giunge così a Mazar-i Sharif e si visita la Moschea Blu, la più sacra del Paese. Poi 700 km di strada per raggiungere Kabul. Montagne tra il rosso fuoco e il verde smeraldo che conducono al passo del Salang, a 3.878 metri di altitudine. A bordo strada si accumulano neve e armi pesanti abbandonate e arrugginite, tutto attorno edifici distrutti.
Kabul riflette la storia della sua Nazione: inglesi, russi, americani, tutte le grandi potenze hanno tentato invano di conquistarla o quanto meno controllarla. Anche il regime talebano ha dovuto rinunciarvi nel 2001. E nonostante gli attentati terroristici di ribelli anti-stato che si verificano all’ordine del giorno, la città sta lottando per tornare a un decente grado di stabilità e sicurezza. Ancora oggi purtroppo, garantita a malapena da scorte armate e guardie militari, presenti a ogni angolo.
(comunicato Rai)
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