Velázquez. L’ombra della vita: i fantasmi di Velázquez (documentario)
Adesso in tv: Documentario
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Velázquez. L’ombra della vita: i fantasmi di Velázquez (documentario)
I ritratti del re, della famiglia reale e della corte non esauriscono la produzione di Velázquez, che si è occupato anche di dipingere la Storia. È il caso della grande tela dedicata alla Resa di Breda, meglio nota come Las Lanzas (Le Lance), un’opera dipinta tra il 1634 e il ’35 per il Salone dei Regni del Palazzo del Buen Retiro, in cui si celebrava un episodio della lunga guerra delle Fiandre, la momentanea riconquista spagnola di Breda. Un dipinto costruito come un grande ritratto di gruppo. Perché è il ritratto il filo conduttore di tutta l’opera di Velázquez, anche quando il pittore affronta temi mitologici.
Lo racconta il nuovo episodio della serie Velázquez. L’ombra della vita, in onda venerdì 1 marzo su Rai5. Le soluzioni, in molti casi, sono sorprendenti. Basta guardare il suo Marte, con la pelle flaccida, due paia di baffi a manubrio e un elmo largo che gli cade sulla testa. Una figura reale, dipinta dal vivo, secondo la tradizione caravaggesca, come l’Esopo o il Menippo, filosofi che guardano il mondo con distacco e a cui Diego dà le fattezze di mendicanti.
Anche la splendida Venere della National Gallery di Londra è un ritratto, il ritratto di una modella, anche se il pittore mostra appena il volto attraverso lo specchio, dando rilievo alla parte tergale della donna. Per seguire la trama di quest’opera, andiamo all’Archivio di Stato di Roma, perché è lì che si trova una traccia davvero interessante del soggiorno di Velázquez in Italia. Un documento che ci parla di un figlio, Antonio, avuto a Roma dal pittore, che ha fatto supporre, senza alcuna prova, che la madre del ragazzo potesse essere proprio la modella ritratta nei panni della dea.
I temi mitologici occupano una buona parte dell’ultima produzione del maestro. Sono opere che il pittore dipinge per le grandi sale delle residenze reali, come il Mercurio e Argo, una delle ultime tele del maestro. Talvolta però sono opere che Diego dipinge per sé o su commissione. È il caso delle Filatrici, una tela che ha fatto sognare Renoir e gli Impressionisti, nota anche come La Favola di Aracne. Qui il tema mitologico resta sullo sfondo; in primo piano Diego mostra un telaio, un arcolaio e un gruppo di donne intente a filare in una sorta di primitiva bottega artigiana. Dietro, Aracne ha scoperto i suoi arazzi, quelli con i quali ha sfidato Atena.
Ma nell’arazzo centrale, Velázquez ci mostra un’altra scena del mito, Il Ratto d’Europa, così come era stata dipinta da Rubens, che a sua volta aveva copiato Tiziano. Una dichiarazione di discendenza, che è anche una straordinaria affermazione della propria grandezza. Velazquez sa di essere l’erede di due mostri sacri della pittura, ma sa anche che è in grado di sfidarli senza uscirne sconfitto, proprio come Aracne aveva fatto con Atena.
(dalla redazione Rai)
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