DI Là DAL FIUME E TRA GLI ALBERI RAI5

Di là dal fiume e tra gli alberi, prossime programmazioni

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2025
  • Documentario | Di là dal fiume e tra gli alberi
    In onda il 28/04/2025 dalle 00:55 alle 01:44

  • Di là dal fiume e tra gli alberi: Levanzo. L'isola che non c'è (documentario)

    Selvaggia, solitaria, antica e immersa in una dimensione dove il tempo sembra essersi fermato. L'isola di Levanzo se ne sta come in attesa, sospesa sull'acqua limpida e cristallina del Mediterraneo, e man mano che l'aliscafo si avvicina, sembra quasi ti stia aspettando. Levanzo, la più romantica delle isole Egadi, è un luogo in cui silenzio, natura e bellezza regnano incontrastati. Un luogo che racconta il documentario Levanzo. L’isola che non c’è, in onda domenica 27 aprile in prima visione su Rai5.

    Il suo nome di origine greca, Phorbantia, doveva essere dovuto all’abbondante presenza di erba sull’isola. Il nome attuale, invece, non ha origini certe. Potrebbe derivare dal modo di estrarre l’acqua, ossia levare in su l’acqua dall’unico pozzo dell’isola.

    Levanzo dista solo 12 km, circa 7 mila miglia nautiche, da Trapani e con i suoi 5 chilometri quadrati è la più piccola delle isole Egadi e la più vicina alla costa. Il suo mare, così trasparente da sembrare surreale, e i suoi fondali appartengono all’area marina protetta delle Isole Egadi, la più vasta d’Europa. L’isola è formata prevalentemente da grotte e anfratti, derivanti dalla costituzione della costa, composta da rocce calcaree bianche.

    Il centro abitato è minuscolo, concentrato intorno a Cala Dogana, circa 200 metri di strada e una manciata di case bianche con gli infissi blu. Dal mare appare come un presepe, non ci sono auto e il silenzio è rotto solo dall’infrangersi delle onde sugli scogli e dal richiamo dei gabbiani che popolano l’isola più delle persone. Lasciando il centro abitato, a sinistra del porto, si prosegue, in buona salita, lungo una strada asfaltata che si dirige verso Pizzo Monaco, il promontorio più alto dell’isola, che raggiunge i 270 metri sul mare, dalla cui sommità è possibile ammirare un panorama unico.

    L‘isola affonda le sue origini nella preistoria. Nel Paleolitico, Levanzo era unita a Favignana da un istmo di terra. Con l'innalzamento del livello del mare intorno al 6000 a.C., le popolazioni, prive della conoscenza della navigazione, scomparvero, lasciando l'isola abitata solo da piccoli mammiferi e uccelli. Dopo secoli di silenzio, Levanzo torna alla storia nel 1200 a.C., con i primi reperti storici delle Isole Egadi. L’isola, infatti, nonostante le sue dimensioni ridotte, vanta un ricco patrimonio storico-culturale da visitare, come la torre saracena.

    Ma la sua fama maggiore la deve alla Grotta del Genovese uno dei più antichi e importanti siti archeologici italiani. Nella sua cavità, accessibile senza alcuna difficoltà, si trovano bellissime pitture rupestri e graffiti risalenti al Paleolitico superiore (9680 a.C.). Alcuni dipinti raffigurano animali che l'uomo primitivo sperava di cacciare, mentre altri mostrano figure impegnate in danze rituali, suggerendo che la grotta fosse un luogo sacro, legato alla sfera magico-religiosa delle prime comunità.

    Uscendo dalla grotta, il mare e il cielo si fondono in un blu profondo, con l’isola di Marettimo all’orizzonte e migliaia di gabbiani che volano incessantemente. Il lento ritmo e i colori sfumati del tramonto al Faraglione, uno dei luoghi più amati dell’isola, lasciano senza fiato. Sembra incredibile che un luogo così vicino al resto del mondo possa essere ancora così puro e incontaminato, come un sogno senza fine.

    Levanzo, spesso offuscata dalla fama di Favignana, resta un tesoro da proteggere. I suoi pochi abitanti, profondamente legati alla terra, si sentono al sicuro in questo angolo intatto. La sua bellezza sta proprio in questa sua essenza, questo suo esserci e non esserci.

    (dalla redazione Rai)

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