La difesa della razza: noi e gli arabi
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La difesa della razza: noi e gli arabi
06/05/2018 - Noi e gli arabi è il tema della terza puntata de La difesa della razza, il reportage-inchiesta di Gad Lerner, in onda in prima serata, domenica 6 maggio su Rai3, a ottant’anni dalla promulgazione delle Leggi Razziali in Italia.
Il viaggio di Lerner parte da Sesto San Giovanni, ex Stalingrado d’Italia e roccaforte rossa, passata al centrodestra alle ultime elezioni anche a seguito della polemica sul progetto di costruzione della nuova moschea. Tra i primi atti delle nuova giunta c’è stato il voto per la decadenza della concessione e lo stop al progetto. Al circolo dopolavoro Progresso, storico luogo d’incontro operaio oggi ritrovo di pensionati, sotto il ritratto di Enrico Berlinguer, tra una briscola e un bicchiere di vino, gli ex lavoratori parlano con Lerner della loro scarsa simpatia per gli islamici. Della moschea della discordia Lerner parlerà anche con il direttore del Centro Islamico Abdullah Tchina e con il consigliere comunale Tullio Attanasio, animatore della protesta dei residenti di via Luini.
Da Sesto a Trappes, a 30 chilometri da Parigi. In questo comune della banlieue la crisi economica e il ritrarsi dello stato hanno spianato il campo al comunitarismo islamico. Oltre le metà dei 30mila abitanti di Trappes oggi è di fede musulmana. Dalle frange islamiche più radicalizzate di questa cittadina sono partiti per la Siria ben 68 foreign fighters. Nel vecchio bar di Place des Merisiers, oggi conosciuto come café des hommes, dove nessuna donna mette piede, Lerner incontra il nipote di Maurice Thorez, ex segretario del Partito comunista francese, convertito all’Islam. Ariane Chemin, giornalista di Le Monde, racconterà a Lerner la storia dell’islamizzazione di Trappes e un professore di filosofia del liceo gli descriverà come sono cambiati i comportamenti dei suoi studenti.
In Italia l’incontro con Takoua Ben Mohamed, tunisina di nascita, romana di adozione, una graphic journalist che spiega a Lerner di aver scelto il fumetto per parlare, attraverso la sua esperienza, di integrazione e discriminazione contro ragazze musulmane velate, come lei, di cittadinanza, di dialogo e di culture. A Firenze vive, da quando ha tredici anni, Soufiane Malouni. Lerner incontra Soufiane, che oggi ha 28 anni, fa l’operaio e il blogger, e che è stato querelato da Salvini per un post in cui paragonava le politiche di Hitler a quelle del segretario leghista. Con Lerner, il ragazzo parla delle difficoltà di un giovane arabo in Italia nella lotta contro la diffidenza e il pregiudizio.
A Milano Lerner intervista il direttore de La Verità Maurizio Belpietro, querelato e assolto per il titolo Bastardi islamici quando dirigeva Libero. Sul rapporto con l’Islam ascolta l’opinione di Roberto De Mattei, presidente della Fondazione Lepanto ed esponente cattolico tradizionalista il quale sostiene, tra l’altro, che l’immigrazione è più pericolosa del terrorismo.
In Marocco la visita all’Istituto per la formazione degli Imam, voluto dal re Mohammed VI per contrastare il fenomeno della radicalizzazione, combattere l’oscurantismo e difendere l’Islam moderato, dove Lerner parla con studenti e ragazze islamiche e intervista Ahmad Abbadi, il Segretario Generale del Consiglio degli Ulema del Marocco.
Noi e gli arabi si conclude a Firenze per l’incontro con Izzedin Elzir, presidente L'Unione delle Comunità Islamiche d'Italia. Nell’intervista a Lerner, l’Imam di Firenze parla dell’islamofobia che sta crescendo e in cui intravede analogie con l’antisemitismo.(comunicato Rai)
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