La Grande Storia: come si nasconde un genocidio
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La Grande Storia: come si nasconde un genocidio
Un lager-vetrina, un set permanente per la propaganda nazista dove gli ebrei venivano ripresi mentre giocavano a carte o ascoltavano il jazz. Dove le cineprese riprendevano i negozi, la biblioteca, il teatro del lager. Forse il più incredibile e mostruoso falso del nazismo.
In occasione della Giornata della Memoria, giovedì 27 gennaio, Rai3 racconterà la storia del campo di concentramento di Theresienstadt/Terezin attraverso le immagini inedite che gli stessi nazisti vi girarono al fine di nascondere la realtà dei campi di sterminio e della cosiddetta soluzione finale al problema ebraico. Decine di lager nel cuore dell’Europa di cui nessuno doveva sapere e dei quali, ancora oggi, non si conosce tutta la verità perché un’imponente macchina organizzativa gestiva non solo il genocidio ma anche l’occultamento delle prove.
Theresienstadt/Terezin fu l’unico lager a essere visitato dalla Croce Rossa internazionale mentre era in funzione. E nell’agosto 1944 vi fu persino ambientato un film di propaganda, Il Fuhrer regala una città agli ebrei, girato dal regista ebreo Kurt Gerron, anche lui prigioniero a Terezin, che dopo le riprese fu deportato e ucciso a Birkenau insieme a tutta la troupe.
La puntata, che raccoglie la terribile testimonianza della scrittrice Edith Bruck, deportata a 13 anni ad Auschwitz, sarà come sempre presentata e commentata da Paolo Mieli.
(dalla redazione Rai)
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