Lo stato dell'arte: il tradimento è un atto di libertà o di viltà?
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Lo stato dell'arte: il tradimento è un atto di libertà o di viltà?
08/03/2016 - Tradire significa letteralmente consegnare ai nemici, venire meno ai propri doveri o disattendere i patti. Non è facile tracciare un confine tra un innocuo e anche sano cambiare idea e il vero e proprio tradimento, nella sua accezione negativa. Tuttavia dove cambiare idea sembra di più equivalere a un tradimento è ovviamente il campo della politica e quello dei sentimenti. Don Giovanni è un ineguagliabile traditore, come lo sono stati Bruto e Cassio che uccisero Cesare. O forse no? Don Giovanni in fondo non ha mai tradito se stesso, così come Bruto e Cassio sono stati fedeli alla Res Publica. Cos’è, dunque, tradimento? Un atto di libertà o di viltà?
A Lo stato dell’arte, il programma di Rai Cultura in onda mercoledì 9 marzo su Rai5, Maurizio Ferraris ne parla con Giulio Giorello, ordinario di filosofia della scienza presso l'Università degli Studi di Milano, e Andrea Tagliapietra, ordinario di Storia della filosofia presso l'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
Per Giulio Giorello c’è anche un buon uso del tradimento, specie quando cambiare idea è un segno di profonda novità politica, morale, sentimentale. Lo spirito del libertino come quello dell’eretico provoca salutari inquietudini in una società che altrimenti sarebbe di una noia insopportabile.
Di diverso avviso Andrea Tagliapietra, secondo il quale il tradimento è un atto di viltà. Chi tradisce è vile perché tradisce alle spalle e sfrutta la fiducia altrui per ottenere un vantaggio indebito. Tradire non è un gesto così anticonformista e ribelle. Forse oggi è davvero anticonformista cercare di essere affidabili, costruire una continuità biografica e mantenere la parola data agli altri.(comunicato Rai)
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