Di là dal fiume e tra gli alberi: Majella, montagna madre (documentario)
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Di là dal fiume e tra gli alberi: Majella, montagna madre (documentario)
La Majella è ricca di antiche suggestioni legate a pastori, briganti, partigiani. Ma è anche terra di sentieri escursionistici, faunistici, letterari, religiosi. Tra grotte e cammini della libertà e del silenzio, il documentario proposto per la serie Di là dal fiume e tra gli alberi, in onda sabato 22 febbraio su Rai5, racconta paesaggi, animali, persone di questi luoghi, ognuno con una sua storia da raccontare.
Tra i massicci dell’Appennino centrale quello della Majella è il più solenne e il più selvaggio. Separata dal Gran Sasso solo dalla valle del Pescara e dalle gole di Popoli, la montagna madre prende il nome dalla leggenda della ninfa Maja e di suo figlio Ermes, che fuggirono sui monti d’Abruzzo per cercare un’erba magica che potesse guarire il giovane e dove entrambi, invece, trovarono la morte. Ancor oggi i pastori dicono di udire il pianto di Maja nelle giornate di vento, quando i boschi e i valloni sembrano rimandare il lamento di una madre in lacrime.
La Majella è ricca di antiche suggestioni. Nelle grotte, gli archeologi hanno trovato iscrizioni nella roccia e capanni di pietra che ricordano la millenaria storia dei pastori. Fortini in rovina riportano alla memoria gli scontri tra i bersaglieri del Regno d’Italia e i briganti. Memoriali ricordano le eroiche gesta della Brigata Majella e della guerra di Liberazione.
La Majella è terra di sentieri, escursionistici, faunistici, culturali, letterari, religiosi, storici. C’è il sentiero che collega gli eremi celestiniani, costruiti ancor prima dell’anno mille, famosi e visitatissimi; c’è il Cammino della Libertà, che percorre la via di fuga di migliaia di prigionieri alleati e di giovani italiani che lottavano per la liberazione dell’Italia. E ancora, strade percorse dai briganti, sentieri che portano alle vette, altri che conducono alle grotte dove si veneravano le dee della fertilità. Persino un Cammino del Silenzio per liberarsi dallo stress della vita moderna. E poi stradelli che arrivano sulla cima dei colli dove nei tempi antichi si cercavano le erbe per gli unguenti, i resti di qualche tratturo.
Sulla Majella si cammina, e si incontrano paesaggi, animali, persone. E ognuno ha una storia da raccontare, basta saper guardare e ascoltare. Sarà un’occasione per riprendere fiato.
(dalla redazione Rai)
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