L’angelo di fuoco (intrattenimento)
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L’angelo di fuoco (intrattenimento)
Un’allucinazione sulfurea fra isteria, demoni ed esorcismi ambientata nelle viscere di una cripta per una perla rara del Novecento teatrale. È L’angelo di fuoco, di Sergej Prokof’ev, proposto per la prima volta in lingua originale nell’allestimento firmato da Emma Dante e diretto da Alejo Pérez, che Rai Cultura propone sabato 4 novembre su Rai5.
Tornato in scena lo scorso maggio al Teatro dell’Opera di Roma dopo 53 anni di assenza dall’unica rappresentazione al Costanzi sotto la direzione di Bruno Bartoletti, lo spettacolo è affidato a due fuoriclasse come Emma Dante e Alejo Pérez, entrambi già protagonisti a Roma della Cenerentola rossiniana nel 2016.
Capolavoro proibito che Prokof’ev non vide mai rappresentato, L’angelo di fuoco fu riscoperto trent’anni dopo la sua stesura, quando l’autore era già scomparso, dapprima a Parigi nel 1954 in forma di concerto, poi a Venezia l’anno dopo nell’allestimento scenico di Giorgio Strehler, diretto da Nino Sonzogno. Composta su libretto dello stesso Prokof’ev, tratto dal romanzo blasfemo di Valerij Brjusov, è un’opera visionaria, immersa nel clima di mistico esoterismo così diffuso nell’avanguardia russa del primo Novecento, che si traduce nel linguaggio ora grottesco ora allucinato del compositore.
La produzione di Emma Dante poggia sul conflitto fra superstizione e razionalità che lacera Renata, la giovane posseduta dal desiderio per l’angelo di fuoco/demonio che vive e muore come una martire. Il suo è un incubo spettacolare e visionario – spiega la regista – che permette di esplorare il mondo parallelo dei sogni, il mondo oscuro della mente infestato dai fantasmi.
Protagonisti sul palco, accanto a Ewa Vesin nel ruolo di Renata e Leigh Melrose in quello di Ruprecht, Anna Victorova (Padrona della locanda), Mairam Sokolova (Indovina e Madre superiora), Sergey Radchenko (Agrippa di Nettesheim), Petr Sokolov (Mathias Wissmann), Maxim Paster (Mefistofele) e Goran Jurić (Inquisitore). Completano il cast i talenti del progetto Fabbrica Young Artist Program del Teatro dell’Opera Domingo Pellicola (Jakob Glock), Murat Can Guvem (Medico), Andrii Ganchuk (Johann Faust) e Timofei Baranov (Oste). Regia televisiva di Carlo Gallucci.
(dalla redazione Rai)
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