Lo stato dell'arte - E se un autore vuole distruggere la propria opera?
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Lo stato dell'arte - E se un autore vuole distruggere la propria opera?
26/07/2016 - Fino a che punto dobbiamo rispettare le volontà di un autore? Sarebbe stato giusto rispettare quella di un poeta come Virgilio che aveva chiesto di bruciare l’Eneide perché da lui ritenuta incompleta? Domande al centro di Lo Stato dell’Arte, il programma di Rai Cultura in onda mercoledì 27 luglio su Rai5.
Ospiti di Maurizio Ferraris, Gianmaria Ajani, Ordinario di Diritto Privato Comparato presso l'Università degli Studi di Torino di cui è Rettore, e Pierpaolo Forte, docente di Diritto amministrativo e Istituzioni di diritto pubblico presso l’Università degli Studi del Sannio di Benevento e presidente della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, che gestisce il Museo Madre di Napoli.
Gianmaria Ajani sottolinea come essere proprietari di un’opera d’arte non garantisca il pieno ed esclusivo diritto su di essa. Il conflitto si pone quando l’artista immagina un destino di deperimento o annichilimento della propria opera, mentre i suoi proprietari lavorano per la sua conservazione. Il conflitto può trovare soluzione, da un lato, nella esplicitazione da parte dell’artista della destinazione futura dell’opera e, dall’altro, nell’attivazione di archivi di documentazione. Tema simile è quello della ricollocazione di opere in luoghi diversi da quelli individuati dall’artista, o della visual art, che prevede una continuità di rapporto con l’opera anche dopo che sia stata prodotta.
Per Pierpaolo Forte, se è l'autore a definire lo statuto deperibile dell'opera, dobbiamo accettare il deperimento come una sua struttura fondamentale, costitutiva. E non per motivi legali, ma perché, in questa visione, è parte dell’essenza dell’opera. Il deperimento, peraltro, non fa scomparire il senso dell'oggetto, la sua struttura sociale, poiché l'opera permane: nelle documentazioni, nelle critiche, nelle registrazioni, nelle discussioni che suscita. D’alta parte, ogni volta che si produce una mostra si costituisce un oggetto diverso dalle opere esposte, destinato anch'esso alla scomparsa. Capire questo spiega, secondo il professor Forte, anche l’argomento inverso, per cui distruggere un’opera, senza il consenso dell'autore, è un atto immorale. Insomma, non possiamo e non dobbiamo bruciare l'Eneide, perché Virgilio non l'ha voluto.(comunicato Rai)
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