Speciale Overland - Fuga dall'Afghanistan - Iran
Adesso in tv: Documentario
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Speciale Overland - Fuga dall'Afghanistan - Iran
15/08/2017 - Ormai siamo in Afghanistan da un mese. Il ritardo accumulato, il mancato arrivo del visto per entrare in Pakistan e i continui attentati terroristici in Kabul costringono la spedizione Overland ad azionare il piano di fuga, pensato nei dettagli ma dal successo non garantito. Nella puntata in onda mercoledì 16 agosto su Rai1, ci separiamo dai mezzi e voliamo su Herat, sperando ci raggiungeranno incolumi il prima possibile. Li affidiamo a un'organizzazione locale che farà in modo di recapitarceli in incognito, attraversando le zone sotto il controllo talebano.
Nell’attesa visitiamo la città di Herat, che tanta storia ha avuto nel Grande Gioco tra le due potenze più grandi nel 1800, che si contendevano il Centro Asia: i Russi per aprirsi la strada verso le Indie, gli Inglesi per difendere le Indie e conquistare l'Afghanistan. Guardando le imponenti mura della Cittadella ricordiamo la storia dell’Eroe di Herat, l'ufficiale inglese Heldred Pottinger che durante l’assedio Persiano riuscì con una decisione eroica a salvare dalla capitolazione la città. Proseguiamo la visita tra la Moschea del Venerdì, un Mausoleo e le torri pendenti di Herat. Abbiamo tempo anche per scoprire l'arte delle piastrelle in ceramica e della musica, quest'ultima censurata durante il regime talebano e oggi ancora poco diffusa.Ecco la notizia tanto agognata: i nostri veicoli sono arrivati e possiamo proseguire il viaggio verso l'Iran. Dalla base militare Italiana a Herat che ci ha ospitato in questi giorni di attesa, si alzano in volo due elicotteri Mangusta, e ci segue una scorta militare afghana di terra per proteggere il nostro transito durante l’insidioso percorso fino al confine. Superata la dogana Iraniana, la nostra Stefania può tornare a guidare il suo veicolo. Anche l'Iran è un Paese musulmano ma non vieta alle donne la guida. La spedizione si ritrova a Mashhad, città sacra per eccellenza, con una moschea che può contenere 500.000 persone e una serie di strutture religiose e di accoglienza, la più estesa nel mondo. Un'oasi alle porte del deserto di Dash-e Kavir ci accoglie tra gustose frittelle, caratteristiche bambole e un allevamento di dromedari, in attesa di un avvincente off-road tra le dune sabbiose.
(comunicato Rai)
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