Callas, una scala verso il cielo (documentario)
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Callas, una scala verso il cielo (documentario)
«Chiedo agli ascoltatori una sola cosa: amatemi e giudicatemi per la mia arte» con queste parole Maria Callas chiudeva una lunga intervista radiofonica a Chicago nel 1958. L’Arte, la Musica furono davvero tutto per Maria Callas? Di certo il suo genio artistico e il lavoro instancabile con cui lo mise a frutto sono stati i gradini sui quali è salita fino al cielo della leggenda. Per molti era e doveva restare una dea, interprete di passioni e di eroine solo sulla scena, senza entrare nel teatro del mondo a mescolare umori e terrene miserie con altri esseri umani. Una novella divinità greca intensa e scura, inesorabilmente dimezzata: Callas sulla scena e Maria nella vita, sintesi sublime ma imperfetta di ruoli e destino, di vita e teatro. Maria, adolescente goffa e grassa, pur dotata di grande talento, era destinata a diventare simile a quelle cantanti liriche corpulente, un po’ caricaturali, dei giornaletti umoristici. Facendo leva sulla volontà e sulla disciplina si sottopose a una ferrea cura dimagrante che la trasformò da brutto anatroccolo in uno splendido cigno e il mutamento la consacrò per sempre Callas.
Rai 5 dedica al grande soprano del Novecento uno speciale e affettuoso omaggio attraverso un viaggio tra i cimeli di una collezione unica al mondo, che Bruno Tosi ha raccolto con passione per quasi cinquant’anni, si ripercorrono i momenti salienti della vita di Maria Callas. I suoi oggetti più cari e intimi come l’icona, che dalla nascita portò sempre con sé, i gioielli, i vestiti, i cappellini di Biki, gli album di fotografie, il ritratto e le lettere che le dedicò Pasolini e quella che lei, innamorata, inviò ad Aristotele Onassis, col quale ebbe una lunga e tempestosa relazione fino a pochi mesi prima che lui sposasse Jacqueline Kennedy. A condurci attraverso il percorso artistico ed esistenziale di Maria Callas saranno anche i ricordi di chi le è stato vicino sulla scena e nella vita: Luchino Visconti che allestì con lei e per lei ben cinque opere, Pasolini che la diresse in “Medea” dove la Callas dette una prova straordinaria quale attrice protagonista e Giulietta Simionato, sua amica e compagna di scena. Ma soprattutto è Maria Callas a parlare attraverso interviste note e altre pressoché sconosciute dove racconta di sé e del suo modo di essere artista.Ottima musicista (suonava il pianoforte con maestria) partecipava a tutte le prove a cominciare da quelle riservate alla sola orchestra.“Era la prima ad arrivare e l’ultima ad andarsene“ ricorda il maestro Siciliani, grande ammiratore della Callas. “Tu non sei solo una grande cantante, sei una grandissima attrice”. Le disse Visconti per farle il complimento più bello. Maria visse davvero d’arte e d’amore.
Dell’amore fu soprattutto appassionata protagonista sulla scena mentre fu dolente vittima nella vita reale, sia con Meneghini, l’anziano marito, che con Onassis, l’armatore greco che la folgorò con una passione fatale, condannandola poi a un destino amaro e banale di abbandono e di solitudine. Quando morì a soli 53 anni, lo sconforto che sommerse il pubblico fu superato solo dall’incredulità. Maria, che Visconti paragonò alla Malibran, sembrava immortale. E in fondo è proprio così, il mondo la celebra ancora con mostre, concerti e rappresentazioni, testimoniando un amore e un rimpianto assoluti.(dalla redazione Rai)
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