SCIARADA, IL CIRCOLO DELLE PAROLE RAI5

Sciarada, il circolo delle parole, prossime programmazioni

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  • Intrattenimento | Sciarada, il circolo delle parole
    In onda il 15/07/2024 dalle 22:55 alle 23:40

  • Sciarada, il circolo delle parole - Francesco Petrarca e la lingua del Canzoniere (Intrattenimento)

    Uno speciale interamente girato all’Accademia Nazionale dei Lincei a Roma, Francesco Petrarca e la lingua del Canzoniere, in onda lunedì 15 luglio su Rai5 per Sciarada, il circolo delle parole.

    In primo piano la raccolta di liriche che ha fondato la lingua poetica italiana, analizzata da alcuni tra i più importanti storici della lingua italiana come Giuseppe Patota, Giuseppe Antonelli, Lucilla Pizzoli, Stefano Telve. A fare da contrappunto alle riflessioni dei linguisti, le letture di alcuni dei versi più celebri del Canzoniere affidate all’attore Lorenzo Parrotto.

    Per comporre il Canzoniere, a cui si dedicò per quarant’anni dal 1334 al 1374, Petrarca utilizzò il volgare fiorentino, anche se mantenne il latino nel titolo: Rerum vulgarium fragmenta, cioè Frammenti di cose volgari

    Petrarca è agli antipodi rispetto al Dante della Commedia che sperimenta tutte le possibilità della sua lingua materna, da quella alta a quella bassa, da quella sublime a quella infima, e arriva ad affiancare alle parole del fiorentino non solo parole provenienti da altre lingue, perfino frammenti lingue inventate: pratica, insomma, il plurilinguismo; Petrarca, invece, evita qualsiasi forma di alterazione linguistica e si serve di una lingua uniforme, lontana sia da ciò che è troppo alto sia da ciò che è troppo basso, all’interno di un rigoroso monolinguismo.

    Quella del Canzoniere è una lingua poetica rarefatta che ha in Francesco Petrarca il suo inventore e il suo modello di riferimento nei secoli successivi, fino alla fine dell’Ottocento. La lingua di Petrarca diventerà e resterà la lingua di quasi tutti i poeti italiani e Giuseppe Antonelli riflette sull’eredità di Francesco Petrarca attraverso i secoli e dà conto non solo della straordinaria fortuna ma anche delle reazioni antipetrarchiste. E approda al Novecento, quando poeti come Giuseppe Ungaretti, Umberto Saba, Vittorio Sereni o persino Andrea Zanzotto costruiscono le loro raccolte poetiche, avendo Francesco Petrarca come riferimento imprescindibile.

    (dalla redazione Rai)

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